Le smagliature post-gravidiche

Le strie post-gravidiche sono solo un inestetismo o possono causare danni più importanti al corpo delle mamme?

Le smagliature addominali sono ormai una conseguenza praticamente sistematica della gravidanza, che colpisce oltre il 90% delle partorienti [01].
Sino ad oggi si è ritenuto che le strie post-gravidiche siano un inestetismo inevitabile sebbene fine a sè stesso, è veramente così?

Contrariamente a quello che si immagina le smagliature all’addome e del pube possono causare danni importanti alla salute delle mamme. Sappiamo infatti che tali strie determinano un’alterazione sistemica e locale del tessuto connettivo della nostra pelle, quello incaricato di garantirne compattezza ed elasticità. Questa variazione dell’equilibrio della pelle della regione addominale può determinare retrazioni o rilassamento cutaneo gravi.

Le retrazioni possono raramente portare a conseguenza croniche gravi quali infertilità e dolore pelvico [02], mentre il rilassamento cutaneo può causare, sempre raramente, perdita di orina [03] e prolasso o retrazione vaginale [04].
Seppur non sia stata dimostrata una correlazione diretta, vi sono dati statistici che fanno intuire come tali strie possano essere causa o concausa di ulteriori patologie. Analizzando infatti gruppi di donne gravate di smagliature addominali e pubiche contrapposti a donne senza tali patologie, si è notato che le donne con strie hanno un’incidenza più che doppia di vene varicose ed un fattore di rischio di formazione di emorroidi superiore dell’80% rispetto alle donne sane [04].

Appare quindi evidente che le smagliature post-gravidiche possono causare problemi seri alla salute; ma esiste una terapia in grado di curarle? Ed è efficace anche nei confronti delle smagliature vecchie, ad esempio oltre 30 anni?

Ebbene sì, esiste una terapia chiamata Biodermogenesi®, sviluppata interamente in Italia, in grado di curare le smagliature post-gravidiche dell’addome e del pube, la cui efficacia è stata dimostrata da uno studio congiunto condotto dai ricercatori dell’Università Autonoma di Barcellona e dell’Università di Verona [01].

Grazie a questo studio si è riscontrato non solo che le smagliature si rigenerano, si riempiono progressivamente per poi abbronzarsi con l’esposizione solare, ma anche che la pelle torna ad essere più compatta ed elastica, permettendo di prevenire i rischi che accompagnano potenzialmente le strie addominali e pubiche. Alcune pazienti avevano smagliature vecchie sino a 35 anni ed anche in questi casi si è visto un evidente miglioramento ed un addome più turgido ed armonioso.

In pratica questo studio conferma quanto già dimostrato da uno studio coordinato dall’Università di Chieti-Pescara, che aveva evidenziato una moltiplicazione di fibre elastiche e collagene [05].

Riferimenti:

  1. Veronese S, Bacci PA, Garcia Gimenez V, Canel Micheloud CC, Haro García NL, Sbarbati. A. V-EMF therapy: A new painless and completely noninvasive treatment for striae gravidarum. J Cosmet Dermatol. 2024;00:1-8. doi:10.1111/jocd.16220
  2. Lichtman Y, Horev A, Matyashov T, et al. Association between striae gravidarum and pelvic floor dysfunction symptoms during pregnancy. Int Urogynecol J. 2022;33(12):3441-3447. doi:10.1007/s00192-022-05249-8
  3. Kokanalı MK, Ersak B, Tugrul D, Elmas B, Doganay M, Caglar AT. The neglected secret: association of abdominal striae with stress urinary incontinence in primigravid pregnant women. Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol. 2022;275:37-40. doi:10.1016/j.ejogrb.2022.06.011
  4. Sharon A Salter, Ritu S Batra, Thomas E Rohrer, Neeraj Kohli, Alexa B Kimball. Striae and pelvic relaxation: two disorders of connective tissue with a strong association. J Invest Dermatol. 2006 Aug;126(8):1745-8. doi: 10.1038/sj.jid.5700258
  5. Antonio Scarano, Andrea Sbarbati, Roberto Amore, Eugenio L. Iorio, Giuseppe Ferraro, Felice Lorusso, Domenico Amuso. A New Treatment for Stretch Marks and Skin Ptosis with
    Electromagnetic Fields and Negative Pressure: A Clinical and Histological Study. J Cutan Aesthet Surg. 2021 Apr-Jun; 14(2): 222–228. doi: 10.4103/JCAS.JCAS_122_20: 10.4103/JCAS.JCAS_122_20